Luigi Montabone e i suoi successori: pionieri della fotografia italiana
Questo documento ripercorre la storia di Luigi Montabone, fotografo della Reale Casa d'Italia nel XIX secolo, e dei suoi successori che portarono avanti il suo lavoro pionieristico. Vengono descritte le innovazioni tecniche, i ritratti di personaggi illustri e le spedizioni fotografiche che contribuirono allo sviluppo dell'arte fotografica in Italia tra Ottocento e Novecento. La famiglia Costa ha continuato, fino ai giorni nostri, a succedere questo grande pioniere della storia fotografia .

by Eugenio Costa

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Gli esordi di Luigi Montabone
Luigi Montabone nacque nel 1828 ad Avigliana, in Val di Susa. Nella seconda metà dell'Ottocento, agli albori della nuova tecnica fotografica, l'intraprendente Montabone si dedicò a immortalare gli esponenti dell'aristocrazia torinese e di Casa Savoia. Nel 1860 fondò a Torino il suo primo stabilimento fotografico in Via della Rocca 49, dando inizio a una sfolgorante carriera come ritrattista, sebbene fosse già attivo da qualche anno. Il motto "Sole et Arte" appariva sul retro delle immagini realizzate in quel periodo.
Testi di Ketty Magni scrittrice

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1828
Nascita di Luigi Montabone ad Avigliana

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Anni '50 dell'Ottocento
Inizio dell'attività fotografica

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1860
Apertura del primo stabilimento fotografico a Torino
Ritratti di personaggi illustri
Davanti alla macchina fotografica di Montabone sfilarono amazzoni e militari a cavallo, influenti personaggi e affascinanti gentildonne, che posavano con abiti sontuosi e uniformi. Le riproduzioni fotografiche di ottima qualità restituivano la solennità del momento. Il ritratto di Vittorio Emanuele II, ultimo re di Sardegna e primo re d'Italia, soddisfece la vanità del sovrano e aumentò la stima e la notorietà dell'autore, il quale fu autorizzato pubblicamente a fregiarsi del titolo di "fotografo della Reale Casa d'Italia". Testi di Ketty Magni scrittrice
La famiglia reale immortalata da Montabone
Il professionista fissò alcune scene di Sua Maestà Vittorio Emanuele II mentre, accampato sul Gran Paradiso insieme alle guide e ai cani, in atteggiamento rilassato fumava la pipa dopo la battuta di caccia al camoscio, sua grande passione. Tutti i membri della famiglia del "re galantuomo", compreso il figlio Umberto che poi divenne a sua volta Sovrano d'Italia, vennero fotografati dall'artista, accreditato alla corte sabauda. Anche Margherita di Savoia, principessa ereditaria a fianco di Umberto, fu ritratta dallo stimato fotografo di corte.
Testi di Ketty Magni scrittrice
La spedizione in Persia del 1862
Nel 1862, l'instancabile Montabone si aggregò alla più grande missione all'estero del Regno d'Italia appena costituito: un impegnativo viaggio in Persia, progettato da Camillo Benso di Cavour. La spedizione, composta da studiosi di ambito scientifico, militari, diplomatici ed esperti di commercio, mirava a rappresentare il prestigio politico e culturale della nuova Italia e a compiere una ricognizione generale del paese visitato. Lo studio di Piemontese, non indaga la storia della fotografia d’epoca Qajar, ma propone una ampia contestualizzazione della vicenda e delle immagini, quanto basta per sollecitare l’interesse verso l’antica fotografia Iraniana in Occidente. Il riscontro che ebbe il saggio di Piemontese nella letteratura fotografica, contribuì a collocare l’impresa di Luigi Montabone e del suo aiutante Alberto Pietrobon, al centro degli interessi degli storici della fotografia, sia chiarendo come, quelle fotografie così fortemente orientate dagli interessi del gruppo di giovani naturalisti che presero parte alla missione, rappresentano un episodio anticipatore, che sollecitò l’interesse verso soggetti legati alla modernità e alla documentazione sociale, nel panorama della fotografia persiana dell’epoca, sia a sollecitare l’interesse verso un gruppo di autori italiani coevi a Montabone, che nella Persia Qajar, alla corte di Nâseroddin Shah Qajar, il sovrano appassionato di fotografia, ebbero un ruolo pionieristico nello sviluppo della fotografia e nella documentazione del territorio.
Testi di Ketty Magni scrittrice
L'incontro con lo Shah di Persia
Come atto conclusivo del viaggio esplorativo in Persia, il 20 agosto 1862 Montabone e la delegazione italiana vennero accolti alla corte reale dallo Shah in persona, intenzionato a posare per il professionista piemontese di rinomata fama. L'impegno di Montabone fu ai massimi livelli quando giunse al cospetto del Sovrano di Persia e ebbe la possibilità di visitare e di fotografare gli ambienti della reggia, con le guarnigioni e la corte. La straordinaria campagna all'estero lo consacrò come pioniere della fotografia per la raccolta nel suo album "Ricordi del viaggio in Persia della missione italiana del 1862".
Testi di Ketty Magni scrittrice
I successori dello stabilimento Montabone
Dall'ultimo quarto del diciannovesimo secolo fino ai giorni nostri, si susseguirono dinastie di fotografi, tutti accomunati da una forte passione, per portare avanti gli stabilimenti di Montabone, che rilevarono e suddivisero nelle diverse città d'Italia. Queste genealogie di fotografi ormai avevano assunto confidenza con il mezzo fotografico e crearono sodalizi commerciali che diedero il via a un vero professionismo nella storia della fotografia italiana.

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1877-1888
Achille Bertelli: primo successore, con sedi a Torino, Napoli e Genova

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1889-1892
Adolfo Rovere: gestisce lo studio di Torino e una succursale a Savona

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1877-1912
Cav. Mariano Costa i: erede della Fotografia Reale Montabone a Roma

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1912 in poi
Riccardo Scoffone: nipote di Montabone, subentra a Torino
Innovazioni tecniche
Mosso da un talento naturale e da un'eccezionale costanza, Montabone sviluppò idee e investì per seguire l'innovazione in campo fotografico, che in quegli anni stava rapidamente evolvendo attraverso modifiche di materiali e di tecnologia. Utilizzò la stampa su carta albuminata, una tecnica inventata nel 1850 da Louis Désiré Blanquart-Evrard, e assai apprezzata per uso commerciale. Montabone fu sempre all'avanguardia ed era tra i primi fotografi, in ambito subalpino, a introdurre il formato di stampa "carte de visite", proposto da André-Adolphe-Eugène Disdéri.
Carta albuminata
Tecnica di stampa inventata nel 1850, utilizzata da Montabone per le sue fotografie
Carte de visite
Formato di stampa introdotto da Montabone tra i primi in ambito subalpino
Innovazione continua
Montabone investiva costantemente in nuove tecnologie e materiali fotografici
La carta all’albumina era prodotta industrialmente in risme di largo formato e i singoli fogli venivano tagliati secondo le esigenze
Espansione dell'attività e riconoscimenti
Dopo l'importante spedizione per conto del governo italiano, Montabone aprì una succursale della "Fotografia Reale" a Milano, in Corso Vittorio Emanuele 22, poi in Piazza Durini 7, per incrementare la sua attività e si espanse in altre città italiane. Approdò come imprenditore a Firenze, Roma e Napoli, mantenendo però la sede storica di Torino. Nel 1867, all'Esposizione internazionale di Parigi, il fotografo sabaudo espose le sue opere e ottenne una menzione onorevole, diventando membro della Società Francese di Fotografia. Nel 1872, ricevette il titolo di Cavaliere d'Italia per la sua operosità.

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1867
Menzione onorevole all'Esposizione di Parigi

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1868
Partecipazione all'Esposizione nazionale di Torino

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1872
Nomina a Cavaliere d'Italia
L'eredità di Montabone
Alla sua dipartita, nel 1877, Montabone lasciò l'attività nelle mani dei suoi successori che continuarono a esercitare la professione con il marchio denominato "Fotografia Montabone", in diverse città del Regno italico. Restò un considerevole patrimonio di memorie storiche con ritratti di personaggi famosi come, ad esempio, Giuseppe Garibaldi, suggestivi reportage di viaggi e scatti di opere d'arte. I successori di Montabone erano pronti a raccontare gli ultimi anni dell'Ottocento, un secolo di gran fermento politico, ma anche scientifico, tecnico e industriale, dove la città di Milano mostrava tutto il suo dinamismo culturale.
Mariano Costa : un degno successore
Mariano Costa è stato un fotografo italiano che ha acquisito una certa notorietà per aver preso in mano lo studio fotografico fondato da Luigi Montabone a Roma. Questo studio era uno dei più importanti e rispettati dell'epoca, rinomato per la qualità del lavoro fotografico e per la documentazione di eventi storici e culturali.
Successione allo Studio Fotografico Montabone
  1. Passaggio di Testimone: Dopo la morte di Luigi Montabone, lo studio fotografico da lui fondato continuò la sua attività sotto la guida di Mariano Costa. Questo passaggio di testimone era tipico per l'epoca, dove studi fotografici di successo venivano spesso rilevati o continuati da altri fotografi, mantenendo il prestigio e la clientela acquisita.
  1. Continuità e Innovazione: Mariano Costa, assumendo la direzione dello studio, non solo mantenne la tradizione e la qualità che caratterizzavano il lavoro di Montabone, ma portò anche nuove idee e tecniche fotografiche, adattandosi ai cambiamenti tecnologici e ai gusti del pubblico del tempo.
  1. Contributo alla Fotografia Romana: Sotto la guida di Costa, lo studio continuò a essere un punto di riferimento per la fotografia a Roma, realizzando ritratti, documentando eventi e catturando immagini della città e dei suoi abitanti. Questo contribuì a preservare la memoria storica e culturale di Roma durante un periodo di significativi cambiamenti.
  1. Eredità Fotografica: Le fotografie realizzate dallo studio durante la gestione di Mariano Costa sono oggi considerate preziose testimonianze storiche, che offrono uno sguardo sulla vita e la società di Roma nella seconda metà del XIX secolo e all'inizio del XX secolo.
In sintesi, Mariano Costa ha svolto un ruolo importante nella continuazione e nell'evoluzione dello studio fotografico Montabone a Roma, contribuendo a preservare e a far crescere la tradizione fotografica avviata da Luigi Montabone.
Vetrata 25. Il restauro della vetrata di san Giovanni Damasceno nel Duomo di Milano
La vetrata 25 del Duomo di Milano rappresenta un'importante testimonianza dell'arte sacra, immortalata nel primo reportage fotografico eseguito dallo studio Montabone di Milano nel 1888 .
Questo studio, noto per la sua attività pionieristica nella fotografia, ha catturato l'immagine del divino attraverso le vetrate storiche del Duomo, offrendo una nuova prospettiva sull'arte religiosa e sull'architettura gotica.
Il successore dello studio Montabone, Mariano Costa, e il pronipote Eugenio, sono figure chiave di questa tradizione fotografica.  Montabone, infatti, fu uno dei primi a realizzare reportage fotografici di alta qualità nel XIX secolo, contribuendo significativamente alla documentazione del patrimonio artistico italiano.
Questi reportage non solo hanno documentato opere d'arte e architetture di valore inestimabile, ma hanno anche reso accessibile a un pubblico più ampio la bellezza e la spiritualità intrinseca di tali opere. La fotografia della vetrata 25 del Duomo di Milano, in particolare, è un esempio di come l'arte fotografica possa catturare e trasmettere l'essenza del divino attraverso la luce e il colore, elementi fondamentali nelle vetrate gotiche.
Carlo Fumagalli successore a Milano
Carlo Fumagalli collaborò intensamente con l'architetto Luca Beltrami, storico dell'arte e collezionista. Insieme pubblicarono diverse opere fotografiche, tra cui "Reminiscenze di Storia e d'Arte nel suburbio e nella città di Milano" (1891/1892), che documentava monumenti semi dimenticati e in pericolo di scomparire attraverso un ricco apparato iconografico. Fumagalli fu anche fotografo di fiducia dell'architetto Achille Majnoni d'Intignano, direttore del restauro della villa Reale di Monza, e documentò la prosecuzione dei lavori commissionati dal re Umberto I.
Collaborazione con Luca Beltrami
Pubblicazione di opere fotografiche sul patrimonio artistico milanese
Documentazione della Villa Reale di Monza
Fotografie dei lavori di restauro commissionati da Umberto I
Circolo Fotografico Lombardo
Fondatore e membro attivo dal 1889
L'eredità di Fumagalli
Nel 1910, in seguito allo scioglimento della società con Gigi Bassani, Fumagalli proseguì l'attività nello studio Montabone intestandolo a suo nome, finché cedette il marchio al fotografo Carlo De Marchi. Dopo una laboriosa esistenza, spesa a documentare con puntualità e rigore, a raccogliere di persona con lustro creativo un enorme corpus fotografico, Fumagalli morì il 17 giugno 1912, lasciando un'eredità unica in Lombardia: la memoria del passato per aprire nuove prospettive nel futuro. La raccolta fotografica dello stabilimento milanese di Montabone passò poi di proprietà alla ditta di Osvaldo Lissoni, che acquistò l'archivio di negativi con le riproduzioni di opere d'arte e curò la riedizione del catalogo di vendita.
L'evoluzione dei successori Montabone nel XX secolo
Negli anni della seconda guerra mondiale, Mariano Costa, discendente diretto di Adolfo Costa (già successore dello stabilimento Montabone di Roma), Vincenzo Carrese e Fedele Toscani fondarono la Publifoto Milano e aprirono diverse agenzie in Italia. Mariano Costa gestì l'agenzia di Napoli, poi condotta dai suoi eredi Adolfo, Luciano, Antonio e Giorgio. Durante il periodo bellico, l'agenzia Publifoto documentò gli eventi con scrupolo e disincanto, lasciando un patrimonio iconografico che per quantità e varietà non ha uguali.
Memoria Olografa a cura di Luciano Costa 25 Agosto 2024
Publifoto: scatti di mezzo secolo di storia italiana
Agenzia Publifoto: profilo storico
L’Agenzia Publifoto viene fondata a Milano nel 1937 da Vincenzo Carrese (Castellammare di Stabia 20 marzo 1910 – Guanzate 18 ottobre 1981), migrato al nord per diventare giornalista come lo zio, che invece gli suggerisce di dedicarsi al nascente settore della fotografia per i giornali.
Carrese diventa quindi nel 1927 il rappresentante italiano della Wide World Photos, agenzia fotografica del New York Times, e dal 1929 dell’inglese Keystone, delle quali vende in esclusiva le fotografie ai giornali. Nel 1934 è l’anno di svolta: è chiamato a dirigere il servizio fotografico interno del «Corriere della Sera», un incarico che lo porta presto a concepire una propria società per la produzione e distribuzione di fotografie con fotografi assunti alle sue dipendenze: “Foto Agenzia Keystone di Carrese Vincenzo” è il nome della prima agenzia che egli apre nel novembre 1937, e che dal 1° gennaio 1939 diventa “Publifoto,
Luciano Costa
Nato a Roma nel 1942 inizia come braccio destro di suo padre Mariano che nel 1951 si trasferisce a Napoli per fondare la «Publifoto». Divenuto suo assistente, ha documentato il boom economico del 1960 collaborando con varie testate e aziende italiane ed europee. Ha sempre mantenuto una forte passione per la fotografia come da tradizione di famiglia. Dispone di un'archivio di circa 10.000 mila fotografie che documentano la usa straordinaria attività.
Le sibille del mondo antico erano leggendarie profetesse, collocate in diversi luoghi del bacino del Mediterraneo: Italia (Cuma), Africa, Grecia (Delfi), Asia Minore. Tra le più conosciute, la sibilla eritrea, la sibilla cumana e la sibilla delfica, rappresentanti altrettanti gruppi: ioniche, italiche ed orientali. Nella Roma repubblicana e imperiale un collegio di sacerdoti custodiva gli Oracoli sibillini, testi sacri di origine etrusca, consultati in caso di Dal II secolo a.C. si sviluppa negli ambienti ebraici romanizzati un'interpretazione dei vaticini delle sibille corrispondente alle attese messianiche. Successivamente i cristiani videro nelle predizioni delle veggenti pagane lontani preannunci dell'avvento di Gesù Cristo e del suo atteso ritorno finale. In questo volume si ripercorre fotografando i resti archeologici di Cuma per dare inizio ad un percorso che ripercorre appunto la relazione tra figure mitologiche e le città.
Montabone e i custodi della sua memoria oggi
Nell'ultimo decennio del XX secolo, l'archivio Publifoto venne venduto alla Olycom e in parte ceduto all'Università di Parma, ma l'attività della famiglia Costa continuò nel ramo della stampa digitale e della fotografia. Venne fondata la Digicopy a Milano, a supporto di una serie di iniziative innovative nel campo della sperimentazione artistica ed editoriale. Dalla volontà degli eredi diretti e in particolare del pronipote Eugenio Costa rinacque il marchio editoriale Montabone, che coniuga tradizione e innovazione mixando tecniche di stampa tradizionali, fino a spingersi verso esperimenti per opere in edizioni limitata con l'ausilio delle moderne tecnologie di stampa 3D.
Tradizione fotografica
Montabone, infatti, fu uno dei primi a realizzare reportage fotografici di alta qualità nel XIX secolo, contribuendo significativamente alla documentazione del patrimonio artistico italiano. Eugenio Costa, oggi animatore della rinata casa editrice che risale alla fine dell'Ottocento, continua a promuovere l'eredità culturale e artistica lasciata dai suoi predecessori.
Stampa digitale
Nuove tecnologie al servizio della fotografia.
Digicopy è uno dei più attrezzati centri per stampa della realtà milanese
grazie ad un parco macchine altamente avanzato e velocità di produzione che ci consente l’esecuzione di stampati anche urgenti.
Archivio d'Impresa
L’attenzione per gli Archivi delle Imprese é cresciuta di pari passo con la consapevolezza dell’importanza di questa fonte per lo studio non soltanto della storia economica, ma anche di come le Imprese abbiano cambiato nel XIX e nel XX secolo il volto dell’intero Paese. Questi archivi ci parlano delle persone che vi hanno lavorato, delle soluzioni trovate dagli imprenditori e dai tecnici, di come le grandi aziende abbiano influenzato il territorio in cui si sono sviluppate. La ricchezza di questi archivi non si riferisce soltanto alle carte e ai disegni tecnici che testimoniano l’attività imprenditoriale, ma gli stessi prodotti e prototipi realizzati dall’azienda sono la più diretta testimonianza dell’obiettivo perseguito dall’Impresa.
Presentazione del volume “Arte. Energia dall’immaginario” | 31 gennaio 2016
La prima copia del catalogo “Arte. Energia dall’Immaginario”, coordinameento tecnico di Giorgio Costa stampato da Digicopy Milano, volume edito nella versione non limitata da Montabone editore Milano 2016
è stata donata al Presidente della Repubblica Italiana On. Sergio Mattarella il 31 maggio 2016 al Palazzo del Quirinale.
Il volume, curato da Mario Bernardinello e Paola Faggella, raccoglie quaranta opere selezionate tra i duecentoquaranta artisti partecipanti al Palio Artistico Milano Expo 2015, svoltosi presso il Palazzo della Permanente nel novembre 2015.I
intervengono:
Cesare Cerea, Vicepresidente Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente
Barbara Pietrasanta, Consigliere Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente
On. Lino Duilio, Presidente PE.LI.DE.
Ing. Gilberto Candeloro, Presidente Boffetto Srl
Dott. Eugenio Costa, Digicopy Milano
Mario Bernardinello, curatore del volume “Arte. Energia dall’Immaginario”
Ferdinando Cioffi
Un fotografo luminista
Dal 2019, Ferdinando Cioffi collabora con Montabone Editore per preservare e valorizzare la storia della fotografia.
Montabone Editore è una casa editrice specializzata in opere riguardanti la fotografia e la sua storia. Grazie a questa collaborazione, Cioffi contribuisce alla realizzazione di progetti editoriali e culturali che mirano a conservare il patrimonio fotografico e a promuovere la conoscenza di questa forma d'arte. Questo lavoro è fondamentale per mantenere viva la memoria storica della fotografia e per educare il pubblico sul suo impatto culturale e sociale.
Il più grande fotografo ritrattista vivente
Transitato giovanissimo dagli studi newyorkesi dei grandi maestri Richard Avedon e Irving Penn, da cui ha appreso i segreti del ritratto fotografico, Ferdinando Cioffi, fotografo luminista, sviluppa ben presto una particolarissima sensibilità nel trattamento della luce. Al pari dei soggetti che ritrae, questa è protagonista indiscutibile di ogni sua immagine. Definisce con profusione di particolari il modellato di figure che si stagliano sul fondo assumendo un tono eroico e solenne. Nei ritratti di Cioffi, l’ambiente concorre in misura determinante a descrivere il profondo di ogni soggetto umano. Anzichè stagliarsi contro lo sfondo omogeneo e neutro di uno studio di posa, molti sono ripresi nei luoghi dove abitano o svolgono la propria professione. Talvolta si confondono con lo spazio delimitato dall’inquadratura. Poi la scena viene riempita con oggetti appartenenti alla biografia di ciascuno. Come nelle opere indimenticabili di Arnold Newman, spesso si tratta degli oggetti che utilizzano per il proprio lavoro, o sono il frutto di quel lavoro. Funzionano come didascalie. Dichiarano indubitabilmente di chi si tratta senza usare parole. Così Fernando Botero è sovrastato dalle ipertrofiche sculture che ha realizzato per i musei e le città di tutto il mondo, Boltanski è in piedi di fronte ai propri struggenti bianchi e neri, Michelangelo Pistoletto ha alle spalle una serie di specchi che moltiplicano lo spazio in cui si trova. La pratica del ritratto implica un rapporto di forza fra fotografante e fotografato. Dalla propria posizione privilegiata Cioffi sceglie di rendersi invisibile per lasciare emergere l’anima di chi, giorno dopo giorno, osserva per un istante attraverso il mirino della propria macchina fotografica.
Verdi in Posa
Mostra fotografica di Ferdinando Cioffi
Il 21 Giugno 2022 alle 16.00 con il supporto del Comune di Milano, verrà presentata in Sala Alessi a Palazzo Marino la mostra fotografica di Ferdinando Cioffi “Verdi in Posa”, a cura di “Città & Tempo”
Il 21 Giugno prossimo alle ore 16.00, in occasione dei 120 anni dalla morte di Giuseppe Verdi si terrà un incontro per presentare “Verdi in Posa” mostra fotografica di Ferdinando Cioffi a cura di “Citta & Tempo”, associazione culturale per la salvaguardia e la preservazione del patrimonio
storico, artistico e ambientale.
Il convegno verrà introdotto da Beatrice Uguccioni, Consigliera Comunale del Comune di Milano, saranno presenti i protagonisti dell’iniziativa voluta da Montabone Editore per omaggiare Giuseppe Verdi e l’avo Montabone, autore di un mirabile scatto fotografico del grande Maestro nel 1870. All’incontro parteciperanno Manuela Boni Barabino, cantante lirica, mezzo soprano, docente di Storia della Fotografica, Master Primo livello Brera/Politecnico, Giorgio Lodetti Libreria Bocca e sarà moderato da Eugenio Costa, Presidente di Città & Tempo. Si tratta di opere esclusive dedicate al rapporto tra la musica e la fotografia per celebrare i 120 anni dalla morte del grande musicista e compositore. La mostra fotografica sarà poi allestita a in Sala Arazzi dal 22 Giugno al 25 Giugno 2022 a Palazzo Marino Le immagini fotografiche con gli scatti di Ferdinando Cioffi saranno raccolte in un catalogo edito da Montabone Editore.
Mozart a Milano
In pochi lo sanno, ma un giovanissimo Wolfgang Amadeus Mozart abitò, compose, studiò, e si esibì in molteplici luoghi milanesi. Austriaco di Salisburgo, gran viaggiatore in Italia, fu a suo modo milanese. Nell’arco di tre anni Mozart passò a Milano quasi 360 giorni. Un anno della sua vita. Avendo vissuto trentacinque anni, in percentuale, non è un periodo quantitativamente irrilevante e, qualitativamente, fu persino determinante. Milano è la città dove il genio precoce di Amadeo muove i primi passi verso il mondo della musica. Costituisce un periodo particolarmente formativo. Qui Mozart diventa davvero operista, scrivendo la sua prima vera opera lirica, Mitridate, re di Ponto, che inaugura la «stagione di Carnevale» 1770-71 del Ducale, il teatro che c'era prima della Scala. Qui compone l'Ascanio in Alba e Lucio Silla. Qui conosce i cantanti e impara a lavorare coi castrati. Qui incontra musicisti come Niccolò Piccinni, Giovan Battista Sammartini e Johann Adolph Hasse, frequenta Giuseppe Parini e scrive il suo primo Quartetto. Qui più che altrove comprende lo stile italiano. Qui s’innamora per la prima volta, e qui, forse, Mozart contava di rimanere come musicista di corte, presso l'Arciduca Ferdinando d'Asburgo-Este d'Austria. Mozart è stato fortemente influenzato dalla città di Milano regalandole un pezzetto di sé e della sua grandiosità, lei in cambio l’ha accolto e l’ha ispirato. Un legame sconosciuto ma che va oltre ogni tempo.
Pionieri nel Metaverso
Ex Saffa ipotesi sviluppo Datacenter
Nel 2017, FINALPA srl di Daniele Cremonesi ha acquisito il 100% delle quote della società REDIM srl, proprietaria dell'area ex SAFFA di Magenta. Il progetto di riqualificazione dell'area vede come importanti interlocutori per realizzare un Datacenter.
Eventi
Per altri approfondimenti consultate il canale Youtube : https://www.youtube.com/@eugeniocosta4330
Ecco i progetti realizzati fin d'ora :
l 3D incontra l'intelligenza artificiale: data center : https://youtu.be/VbCvX2LfFUU   data pubblicazione  8 Agosto 2024
Mozart a Milano : https://youtu.be/0wxx20987A4  data pubblicazione 15Luglio 2024
Rilegami up date : https://youtu.be/aOCEWp0m-Wo  10 Luglio 2024
Artisti in posa :https://youtu.be/Fyvv5S7XTC0  Aprile 2024
Collezione Verzocchi :https://youtu.be/pr9rnn_WRqc Marzo 2024
Meta Borgo https://youtu.be/7t88IOvH1lY Gennaio 2024
Sapore Naturale ;https://youtu.be/2oMcMPahhf0 Dicembre 2023
Intervista a Leonardo :https://youtu.be/lc-DJ91HdaE Novembre 2023
Arte in Galleria : https://youtu.be/y0RP3RRa5Z0 Ottobre 2023
Meta digicopy https://youtu.be/5nbGrCiKeNE  Giugno 2023
Porta Romana Bella https://youtu.be/AOVsYf2gkaQ Giugno 2023
Milano Vola alto :https://youtu.be/gx8CT1-t2lA Marzo 2023
Manifesto Rotella https://youtu.be/f0xDqIsN_44 Marzo 2023
Verdi a Napoli https://youtu.be/vwGSql69pgA Gennaio 2023
Riemergere https://youtu.be/2TjkiYyDTGw Novembre 2023
Castelli in aria :https://youtu.be/GQNs5P5fwxc Ottobre 2023
Alma :https://youtu.be/xSux_MSJwN4  Settembre 2023